La pianta prospettica editata dal Vavassore nel 1562 a Venezia, su commissione di Antonio Manelli, depositario del Concilio tridentino, costituisce la prima dettagliata rappresentazione iconografica della città di Trento.

Vista del Vavassore

La forma urbis restituita in questa stampa è quasi quella di una città aperta profondamente integrata nel paesaggio agreste, sorprendentemente appiattita e liberata dalle asperità del suo sito vallivo, in cui il largo cerchio delle mura è un segno appena percettibile e il fiume scorre lento, a larghe anse.

L'immagine rappacificata della città sembra voler riprodurre la missione conciliatrice della grande adunanza della cristianità, un'immagine in certo modo anche geometrizzata, nel largo ricorrere del disegno regolare dei campi, dei filari degli alberi, nell'ordinato disporsi degli stesssi edifici dentro gli isolari compatti dellacittà murata.

Oltre alla capillare opera di ristrutturazione delle contrade urbane, la pianta del Vavassore documenta per la prima volta l'espansione avvenuta nell'area a est del Duomo e di Borgo Nuovo.

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